In particolare, le auto blu (cioè le vetture di rappresentanza utilizzate dai vertici delle amministrazioni, o comunque di servizio, guidate da un autista) sono passate dalle 6.340 unità del 1° gennaio alle 6.136 unità al 1° aprile.
Il parco auto complessivamente stimato è sceso da 56.123 a 54.938 unità, con una riduzione di 1.185 vetture (-2,1%), delle quali 204 auto blu (-3,2%).
Lo rileva il censimento permanente delle auto pubbliche, realizzato da Formez PA su incarico del Ministero per la PA e la Semplificazione, aggiornato al 1° aprile 2014.
I dati delle singole amministrazioni sono disponibili in tempo reale consultando la Banca dati online delle auto della pubblica amministrazione sul sito di Formez PA (www.formez.it). Attivo anche un servizio desk del Formez ( telefono 06 82888731 dalle ore 9.00 alle ore 13.00) a disposizione delle amministrazioni per accompagnarle, per conto del Dipartimento Funzione Pubblica, nella riduzione del parco auto.
UN MONITORAGGIO SEMPRE PIÙ RAPPRESENTATIVO
Gli enti che partecipano al censimento sono stati 8.797, pari al 95,1%, dell’universo di riferimento. La risposta delle amministrazioni si distingue per l’escalation positiva, se si pensa che nel dicembre 2011 gli enti rispondenti erano il 59,1% .
Meno del 5% delle amministrazioni non ha risposto al censimento: questi enti, in base alle sanzioni previste dalle norme vigenti, dovranno ridurre del 50% le spese per auto di servizio.
UNA PA CENTRALE E’ PIÙ VIRTUOSA DI QUELLA LOCALE
Amministrazione centrale
Prendendo in esame solo la Pubblica amministrazione centrale, nel primo trimestre 2014 si è passati da 4.210 a 3.887 vetture (-7.7%).
Nel dettaglio:
• le auto blu sono passate da 1.710 a 1.574 unità (-8.0%),
• tutte le altre vetture sono passate da 2.500 a 2.313 unità.
Amministrazione locale
Se si focalizzano solo i dati relativi alla PA locale, in tre mesi si è passati da 51.913 a 51.051 automobili (-1.7%, riduzione alquanto modesta).
In particolare:
• le auto blu sono scese da 4.630 a 4.562 unità (-1.5%),
• le altre tipologie di vetture sono passate da 47.283 a 46.489 unità.
A ridurre il maggior numero di vetture nel primo trimestre 2014 sono state le amministrazioni dell’Umbria (-19.8%) e Friuli Venezia Giulia (-15,9%).
Al 1° aprile 2014 le regioni con il maggior numero di autovetture risultano essere la Lombardia (7.224), il Piemonte (5.753), l’Emilia-Romagna (5.040) e la Toscana (4.644). Le regioni con un maggior numero di auto blu sono la Sicilia (800), la Campania (497), la Lombardia (485) e la Puglia (359).
Nel trimestre sono state registrate 1.255 dismissioni, cioè auto non più nella disponibilità dell’ente, sia per alienazione della vettura in proprietà o comodato d’uso, sia per scadenza del contratto di noleggio. Di queste, 212 riguardano le auto blu (pari al 16,9 % del totale).
Il più elevato numero di dismissioni, relativamente alla disponibilità, si è riscontrato nei comparti della PA Centrale, ossia principalmente i Ministeri (-9.1%), negli Enti di ricerca (-7.6%), negli Enti regionali (-6.4%) e nelle Province (-5.3%). I Consigli Regionali hanno provveduto alla dismissione del 4.1% della disponibilità di vetture a inizio anno e del 3.7% le Giunte Regionali; i Comuni capoluogo hanno dismesso l’1.7% e lo 0.8% gli altri Comuni.
Considerando il saldo tra acquisizioni e dismissioni, dall’inizio dell’anno, le amministrazioni centrali (-5,7%) sono state più virtuose di quelle locali (-1.8%). In questa classifica è in testa la PA centrale, ossia i Ministeri (-8.8%), seguita dagli Enti regionali (-6.4%), dalle Province (5.3%) e dagli Enti di ricerca (-4.8%).
Prendendo in esame solo le amministrazioni locali, al 1° aprile 2014 risulta di proprietà circa l’85% delle auto, il resto è in leasing/noleggio o in comodato d’uso. Nella PA centrale, invece, la percentuale delle auto di proprietà è di circa il 69%.
CONFERMATO IL RITARDO DELLE PA DEL MEZZOGIORNO NELLA RIDUZIONE DEL LORO PARCO AUTO
Permane un gap tra regioni del Centro-Nord e le amministrazioni del Mezzogiorno, caratterizzate da un forte ritardo nella riduzione.
In tutte le regioni meridionali, fatta eccezione per la Sardegna, infatti, la quota di auto blu sul totale delle autovetture in dotazione oscilla dal 22,3% della Puglia al 26,4% della Sicilia, mentre in regioni quali Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana tale quota non supera la soglia del 5%. Un caso particolare resta quello della regione Sicilia, le cui amministrazioni detengono la quota più elevata, in termini assoluti, di auto blu (800, pari al 17,5% del totale delle auto blu in possesso delle Amministrazioni locali).
Proprio nelle amministrazioni in ritardo, va quindi concentrato l’impegno a mettere in atto politiche di contenimento della spesa e di ridimensionamento delle vetture in dotazione, monitorando le azioni messe in atto per conseguire tale obiettivo in tempi brevi.
A livello di Amministrazione centrale, e in particolare per quanto concerne i Ministeri, le misure annunciate dal Governo determineranno una ulteriore drastica riduzione del parco veicolare, accelerando le tendenze in atto evidenziate dai dati del Censimento permanente.
Emerge infine, più in generale, l’esigenza di incrementare forme flessibili di acquisizione e utilizzo, in grado di ridurre i costi fissi (in particolare per il personale addetto che rappresenta la voce di costo più rilevante), e di incentivare formule innovative (car sharing, assegnazioni delle auto in condivisione tra settori diversi della amministrazione, convenzioni per l’uso mirato di taxi, ecc.).
AUTO PA: CONTINUA L’EFFETTO DELLE SANZIONI
Le politiche del Governo in materia sono divenute più stringenti grazie alla Legge di stabilità del 24 dicembre 2012 n. 228, che espressamente prevedeva, fino al 31 dicembre 2014, il divieto per le PA di acquisto di nuove autovetture e di stipula di contratti di locazione finanziaria aventi ad oggetto autovetture. Unica eccezione è rappresentata dagli acquisti per "i servizi sociali e sanitari svolti per garantire i livelli essenziali di assistenza".
Successivamente, il recente Decreto sulla Pubblica Amministrazione (D.L. 101/2013) ha previsto che “le PA non potranno acquistare automobili o stipulare contratti di locazione finanziaria fino al 31 dicembre 2015. Per quelli che non rispettano l’obbligo di partecipare al Censimento permanente (istituito con il DPCM del 3 luglio 2012) scende del 50% la possibilità di spesa in acquisto, manutenzione e noleggio delle auto e acquisto buoni taxi, rispetto alla spesa prevista nel 2013. "Nei casi in cui è ammesso l’acquisto di nuove autovetture, le amministrazioni pubbliche ricorrono a modelli a basso impatto ambientale e a minor costo d’esercizio, salvo motivate e specifiche eccezioni".
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